13th

Ottobre
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Un premio a tutta “La classe”

Non poteva esserci momento più azzeccato per l’uscita di un film che poteva far parlare di sé già la scorsa primavera: vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, qui in Italia il film La classe è stato adombrato dal successo che Gomorra e Il Divo hanno ottenuto nella kermesse. Nei giorni in cui si discute della riforma della scuola italiana voluta dal ministro Gelmini, ecco che nei cinema arriva l’opera del francese Laurent Cantet, considerato una sorta di Ken Loach della cinematografia d’Oltralpe per la predilezione delle tematiche sociali (Risorse Umane, A tempo pieno).

DOCU – FILM – Girato interamente in una scuola della periferia parigina, attraverso dialoghi fulminanti tra professore (un bravissimo François Bégaudeau) e studenti racconta un microcosmo sociale che è puro specchio del mondo, con tutte le sue contraddizioni e tensioni legate in primis alla difficile convivenza di culture diverse. Il film non ha tesi da dimostrare, ma solleva riflessioni. Le domande non trovano risposta nelle riprese finali sui banchi abbandonati dopo l’ultima campanella, ma accompagnano lo spettatore oltre le porte del cinema. Docu – film, perchè all’idea del regista si è affiancata la sceneggiatura non originale tratta dal libro La classe scritto dallo stesso François Bégaudeau sulla sua esperienza: insegnante nella vita reale, qui Bégaudeau è per la prima volta attore dietro richiesta di Cantet.

LA SCUOLA DI CANTET – In Italia e in Germania il film è uscito doppiato, nel resto del mondo invece (compresi gli U.S.A., tradizionalmente riottosi ai sottotitoli) sarà sottotitolato. Proprio per l’esordio italiano, il regista Cantet ha incontrato gli spettatori all’Anteo di Milano per una lezione di cinema. “Mi hanno accusato di mostrare una scuola dove si parla troppo e si fa poco, peccato che a me non importava affatto fare un film sulla didattica!” – ha spiegato – “Ho voluto mostrare invece la scuola come luogo di crescita personale, di incontro e confronto e non solo come momento di trasmissione di conoscenze. A scuola si può sperimentare una vera convivenza democratica grazie alla presenza di etnie e culture diverse. In Francia le scuole medie rappresentano l’ultima possibilità del genere: dopo, arriva la scelta tra liceo e scuola professionale, gli immigrati e i francesi si dividono irrimediabilmente e le occasioni di incontro svaniscono“.

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