5th

Maggio

Viaggiare sì, ma come? L’emotion travel designer risponde

In attesa di riprendere a viaggiare, sogniamo di continuo con le immagini e i post che ci capitano in rete. “È una sorta di seduta psicologica quotidiana, il pensiero non si può ingabbiare“. Di cosa avremo paura quando sarà possibile ripartire? Ci risponde l’ideatore di Viacolbento, Tomas Sanvido, travel blogger di successo, ma se lo definisci così “Mi viene l’orticaria“.  Una curiosità: ma tra voi “del mestiere” andate tutti d’accordo? “No, proprio no

Sì, viaggiare, coma il titolo di una canzone, come quello che faremo non appena l’emergenza sanitaria sarà finita. Nel frattempo, oggi, quando più di ogni altro momento storico il web è così importante si pensa sì, certo, alla paura che avremo di ripartire ma anche a dei piani B che ci facciano viaggiare con la fantasia. Almeno, per il momento. In questo periodo di lockdown, il tema dell’impossibilità del viaggio è uno dei più discussi in rete. Ci rifugiamo nel materiale che si trova online, come i profili dei travel blogger con i loro contenuti.

La vostra – domando – è una gran bella responsabilità. “Una responsabilità sociale positiva, certo. Più che impossibilità definirei tutto ciò una possibilità maggiore di ideare ed escogitare progetti ancora più entusiasmanti. Le difficoltà vanno sempre trasformate in opportunità. Ah, un’altra cosa. La definizione tout court di travel blogger mi provoca l’orticaria“. Prego? “Non mi definisco tale ma forse, peccando certo di presunzione, qualcosina di più o meglio: emotion travel designer“.

Il travel blogger in questione, pardon, emotion travel designer, è l’ideatore di Viacolbento.com (14,4mila follower su Instangram), Tomas Sanvido, 33 anni, Milano. Un “travel couturier alla ricerca del bello” in ogni paese che visita e di cui racconta sui suoi canali. “La Lonely è la mia stoffa, sono un talent scout di quello che offre il mondo. Adoro la raffinatezza spontanea, inconsueta, strizzo l’occhio al lusso non pacchiano. Apro gli occhi e penso a nuove mete, chiudo gli occhi e sogno arcipelaghi incontaminati. Sarà forse voglia di partire?“.

Partire, dici bene, ma come farlo ora? E a quali piani B si può pensare in fase di lockdown?
Ripartiremo seguendo dei protocolli, solo in questo modo si potrà ripartire. Rispettando le regole. Un piano B? Beh, più che a qualcosa di già stabilito sono convinto che la fase di riflessione attuale aiuterà a cambiare molte cose e scardinarne certo alcune di assodate, vecchie. Questo a partire dalla comunicazione d’impresa e al modo di comunicare in generale.

Avremo paura, quando sarà il momento? Di cosa?
Torneremo a viaggiare ma sicuramente diversamente. Forse con più rispetto verso noi stessi, gli altri e una maggiore attenzione per l’ambiente. I viaggiatori seriali, cioè chi lo fa per lavoro o passione, non avranno paura di ritornare a viaggiare ed esplorare (io ad esempio non vedo l’ora). Chi invece non lo ha mai fatto o lo faceva già controvoglia troverà il fatto di mettersi in viaggio ancora più faticoso oppure una nuova opportunità da cogliere al volo, la vita è breve comunque con o senza Coronavirus. La paura maggiore sarà determinata dal fatto dei potenziali contagi, da zone focolaio però tutto questo si trasformerà in convivenza forzata fino a quando non avremo una cura efficace. Ritorneremo a vivere e a viaggiare, rispettando le regole..

C’è chi sostiene che si debba ripartire dall’Italia…
Noi prima di tutto. Dico questo senza fare nessun tifo politico ma semplicemente dando voce alla nostra solidarietà di cittadini che dovrà spingerci, almeno per un po’, a sceglierci e preferirci come destinazione privilegiata. Sul mio sito partirà a breve un viaggio straordinario con destinazione proprio l’Italia, nell’interezza del suo prezioso territorio.

Quando sarà possibile consiglierei a tutti di sedersi davanti a un’alba o a un tramonto e ovunque voi siate riflettete sul passato guardando oltre, al futuro prossimo.

Nel frattempo, l’alba o il tramonto sono immagini che vediamo nei post sui social, di chi, principalmente, viaggia per lavoro. Non è doloroso postare, in questo periodo, ogni giorno, immagini di paradisi lontani dove vorremmo essere tutti in vacanza?
Non credo, almeno non per me. È forse di aiuto, una sorta di seduta psicologica quotidiana esplorando virtualmente luoghi vicini e lontani. Il pensiero non si può ingabbiare ed è un male farlo entrare in una sorta di quarantena. Ritengo quindi che le immagini di viaggio possano solo contribuire a rendere le giornate meno grigie, dare quel tocco in più e un senso di apparente normalità. C’è tanta nostalgia ricordando, almeno nel mio caso, il viaggio appena fatto nelle Filippine, quella natura così potente non potrò mai dimenticarla ma penso allo stesso tempo che ora la terra tutto sommato sta respirando, quindi più che dolore provo sollievo.

Quale meta lontana, invece, non hai ancora scoperto e sogni di vedere presto con i tuoi occhi?
Se sarà possibile a Dicembre 2020 andrò in Kenya. La mia prima volta in Africa, quella vera. Però sogno con ardore di visitare l’Australia, uno di quei viaggi lunghi magari senza telefono e quindi alcuna interferenza di alcun tipo ma io, la natura e la mia reflex. Nessun altro.

Dove non ti stancheresti mai di tornare perché quella destinazione ti incanta, ogni volta?
Sono stato tre volte in Cina, due in Giappone e poi Cambogia, Thailandia, Filippine. L’Oriente è nelle mie corde e provoca in me un’attrazione fortissima. Vibrazioni, colori, sapori, luoghi così lontani, così variopinti. Devo dire però che la destinazione che mi ha incantato e che m’incanta ogni volta è la Cina. In questo paese è avvenuto il mio primo grande viaggio intercontinentale e ogni volta ritornarci è stato come l’andare a trovare un parente, stavo bene. Ora, tornarci in futuro sarà ancora meglio. Amo la Cina.

Milano. Come la vedi cambiata in questo periodo?
Sinceramente? Milano la sento impaurita, vuota, malinconica e sì, anche impaurita.

I tuoi luoghi preferiti della nostra città? Una piazza, un quartiere, un locale, qualcosa di specifico.
Mi piace molto il quartiere di Brera forse perché mi ricorda atmosfere tipicamente parigine, altra città che amo alla follia e dove ho tanti ricordi positivi. Essendo un giramondo sarò però sincero non ho un unico luogo del cuore ma mi diverte girare, esplorare, conoscere, indagare, cambiare.

Un’ultima domanda… sui social, online, insomma, siete tantissimi a fare il mestiere di travel blogger. Ma andate davvero tutti d’accordo? 
Siamo tantissimi vero, però penso non tutti allo stesso modo, non tutti con le stesse aspirazioni. Se dicessi sì, andiamo d’accordo nel senso che siamo tutti amici direi solo una grande castroneria quindi no, proprio no. C’è molta “invidia social”, non che il sentirsi osservati non possa essere piacevole ma la cattiveria aggiunge solo negatività inutile che in ciò che facciamo viaggiando e comunicando le varie esperienze non serve, anzi.

Dimmi di più…
Io sostengo il fare sistema, farlo secondo il beneficio globale e non secondo solo quelli che potenzialmente potrebbero essere i personali benefici. Se vado bene io andrai meglio anche tu, andremo bene insieme e con l’unione forte nascono sempre idee vincenti. Se posso quello che manca in grande è un sapere fare sistema davvero forte, unito ed efficace.


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