2nd

Ottobre

VisionIntoArt

VIA ENSAMBLE – L’arte rompe le barriere, spezza i confini ed è solo in questa ottica che si può apprezzare lo spettacolo dei VisionIntoart dal titolo Via Ensamble: cento minuti di performing arts per il secondo appuntamento di Aperitivo in concerto al Teatro Manzoni. Dieci artisti sul palco, ovvero musicisti, attori, poeti e tecnici del suono che portano direttamente dalla Grande Mela un viaggio multimediale, frutto della tipica cultura melting pot americana.


REMIX – Chi lo ha mai detto che passato e futuro non possono convivere assieme? Nella prima parte, dal titolo Remix, la voce guida di Haleh Abghari ci trascina in frammenti musicali e reading tratti dalla tradizione popolare di diverse culture. L’Occidente incontra l’Oriente, il Nord si affaccia verso il Sud, ed così sul palcoscenico aleggia qualcosa di “tribale”: nel suono della voce, nell’atteggiamento di ogni singolo artista. Ed è proprio questa sonorità tribale che sprigiona l’energia dell’arte umana e desta grande stupore nella partecipe platea del Manzoni.

SOUNDS – Nella seconda parte, dal titolo Sounds, l’arte si manifesta senza ostruzionismo, senza ostacoli, senza pregiudizio dove la performance passa dallo spazio unico allo spazio polivalente. Pertanto, il palcoscenico si trasforma nell’ombelico di incontro delle varie forme d’arte, dal teatro alla danza, dal cinema alla poesia.  La chiave di lettura è nel bellissimo flusso di parole di Kandiski e canzoni popolari dal titolo Radice: “Radice è il tempo raccontato dalla luna, Radice è una donna che scava la terra, Radice non si è sforzata per arrivare a questo punto”. La direzione di Paola Prestini, la composizione di Nico Muhly, il violino di Erik Carlson, la viola di Nadia Sirota, le percussioni di Pablo Rieppi, i clarinetti di Richard Mannoia e la voce di Haleh Abghari sono riusciti in una domenica mattina a lasciarci intatta una riflessione. L’arte può avere una missione, quella di scuotere le coscienze, con la convinzione che le culture diverse possono trovare un punto di incontro senza perdere l’identità. Ad un patto però, nel nome della ricchezza della diversità.

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