19th

Gennaio

Intervista a Pupo

Sul palco de teatro dei Filodrammatici di Milano è di scena fino al 22 febbraio “Il grande Croupier”, che vede come protagonista Enzo Ghinazzi, conosciuto al grande pubblico come Pupo. Una scelta inaspettata che desta non pochi sospetti.

Allora Ghinazzi, dagli studi di “Affari Tuoi” sul palco di un teatro milanese. Perché questa scelta?
“In realtà è una scelta venuta molto prima del successo televisivo
degli ultimi mesi. Sono due anni che stiamo capendo con il regista Navone e
la persona che mi supporta nei testi come avvicinarsi al teatro. E alcuni fatti veri o verosimili della mia vita sono lo spunto ideale. Così è nato Il Grande Croupier“.

Le piace essere spericolato?
“Spericolato no ma rimettersi sempre in gioco sì. E il teatro fa parte della sperimentazione del mio lavoro e della ricerca di forme artistiche sempre nuove e diverse senza farsì che uno si adagi nella stessa solita veste. L’obiettivo non è il pericolo ma dovrebbe essere quello di stupire”.

Lei ha un rapporto d’amore e di odio con “il gioco”. Delle sue vicende biografiche quanto vedremo dietro al sipario?
Il grande croupier è un recital sulla mia vita, e in teatro ci sono alcuni dei momenti più importanti, tragici, toccanti ed anche divertenti della mia vita. Porto in scena per esempio alcuni degli episodi che mi hanno toccato particolarmente, da quando rischiai la vita in una roulette russa, a quando in un colpo solo nel 1983 persi 130 milioni al tavolo delle chemin”.

Quanto pensa la abbia aiutato “Affari tuoi” per ritornare sulla cresta dell’onda?
“Diciamo che Affari Tuoi mi ha aiutato relativamente, questo programma è
arrivato dopo un percorso artistico preciso durato cinque-sei anni che ha
consentito di riposizionarmi e di darmi nuova luce e visibilità, programmi
come il Funambolo, la mia vita in 5 puntate su Rai tre, La fattoria come
inviato dal Brasile  e il Maloppo sono state tappe importanti che mi hanno
portato ad Affari Tuoi“.

Poco più di trenta anni fa usciva il suo primo singolo. Ne è passata di acqua sotto i ponti…
“Era Ti scriverò di Pupo, il primo brano firmato con il mio nome d’arte. Mia madre pensava fosse una lettera a un bambino. Oggi a teatro presento La mia nuova sfida ed è come la prima volta”.

E’ già fatta la nuova squadra del prossimo festival di Sanremo. Cosa ne pensa Lei che ha diverse partecipazioni sul palco dell’Ariston?
“Non ho seguito molto le vicende sanremesi. Comunque mi sembra un cast dignitoso. In bocca al lupo a Panariello e Mazzi”.

Se tornasse agli esordi, che cosa non farebbe mai?
“Artisticamente rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, come ti ho detto nella vita ho sempre rischiato ed ogni cosa che ho combinato nella mia
vita mi è servita per capire e per crescere. Forse non rifarei le pazzie che ho fatto per il gioco rovinandomi la vita”.

Enzo Ghinazzi domani…
“Non ci penso. Se poi passa una corriera e vengo investito?”.

Ci tolga una curiosità: perché Pupo? Se dovesse cambiarlo, come si
 chiamerebbe?
“Questo nome mi è stato dato da Freddy Naggiar, il discografico della Baby
Records che mi ha scoperto e mi ha lanciato nel mondo della musica. All’epoca avevo una vocina dolce e vellutata  un po’ da effemminato, non ero molto alto, e con il tempo almeno l’altezza non è cambiata. Era il pegno da pagare per il mio  primo contratto discografico”.

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