10th

Luglio

Intervista a Lucio Nisi, il Plastic

Lui è quello che sta fuori, appoggiato alle transenne guarda tutti con quello sguardo che un po’ ti fa paura e un po’ ti fa capire che lui comanda

Intervista a Lucio Nisi, papà del Killer Plastic dal 21 dicembre 1980. Lo si incontra al Jardin au bord du Lac, altro suo storico locale.

Come è nato il Plastic?
“Da un gioco tra mio fratello, Lino Nisi, e Nicola Guiducci: hanno iniziato a girare la notte e a guardarsi intorno comprendendo che dietro i locali c’era un buon business. Io sono stato catapultato in questa realtà direttamente da mio fratello. Fino a quel momento ero un immigrato che aveva in gestione un negozio di frutta e verdura.”

Il Plastic è il club più esclusivo di Milano. Quale linea ha tenuto durante gli anni, quali sono stati i cambiamenti che gli hanno dato la possibilità di risultare così celebre?
“Abbiamo sempre tenuto la nostra linea, è cambiata la clientela, in senso generazionale. Il vero successo del Plastic è la musica, guidata dal guru Nicola Guiducci, un “mostro”. Il successo del locale è ripartito in parti uguali tra noi due. Io mi sono sempre occupato della parte amministrativa, Nicola è l’art director: lavora su selezione di Dj, aspetto del locale e scelte musicali. La forza del Killer Plastic sono sempre le scelte di business, anche rischiose talvolta. Iniziammo, molto anni fa, con la prima serata gay degli anni ’80, il Man To Man. Ricordo che la prima volta che venne il Papa a Milano, ordinò di chiudere il locale per ordine pubblico.”

Tanto esclusivo che nell’opinione pubblica si dice sia molto difficile entrare, con una selezione bizzarra.
“Non è vero, non è assolutamente vero. Il Plastic fa una scelta selettiva per non avere problemi poi all’interno del locale. La gente, per diversi anni, ha pensato che il Plastic fosse il locale della chiusura della notte. Anche per questo la selezione deve essere più rigida, soprattutto a una certa ora, quando gli altri locali sono già chiusi.”

Sembra che il Plastic abbia una tendenza opposta rispetto agli altri locali della città, forse è stata questa la sua vera forza. Non seguire una tendenza precisa.
“Noi ci siamo sempre inventati tutto da soli, abbiamo la fortuna di avere tre sale e di poterle sfruttare ognuna per una genere diverso. Abbiamo sempre ricercato la colonna sonora migliore, con grandissimo merito di Nicola. Negli ’80 i nostri Dj sono stati mandati in giro per il mondo ad ascoltare le nuove tendenze, a catturare il succo che mancava all’Italia. E’ per questo che non abbiamo mai seguito nessuno, anzi, gli altri hanno seguito noi.”

Come per esempio il London Loves…
“Esatto, molti altri locali fanno ora quello che noi abbiamo iniziato a fare anni fa. La scelta del London Loves è un’intuizione intelligentissima di Nicola Guiducci, che ha percepito l’importanza che avrebbe avuto il rock inglese. Il London Loves ci ha permesso, negli ultimi cinque anni, di scalare vertiginosamente la montagna del successo.”

Successo che vi ha permesso il lusso di cambiare ogni anno immagine al locale.
“Abbiamo un magazzino, al suo interno raccogliamo tutto, nel corso degli anni le cose vengono riproposte. Non buttiamo via niente e lo riproponiamo con un ritardo di anni. Togliamo un quadro, lo mettiamo in magazzino, per essere riproposto tra tre o quattro anni. Io, Nicola e tutti i ragazzi del locale iniziamo a marzo a decidere e a lavorare sull’aspetto che dovrà avere il Plastic nella riapertura di settembre. A giugno, il lunedì seguente la chiusura, entrano i muratori e per luglio devono aver finito il volto nuovo del locale.”

Chi sono i ragazzi del Plastic?
“Tolto Nicola, che è socio e responsabile artistico, l’altra socia è la Pinkie. Lei si occupa anche della scelta dei barman. I rapporti amministrativi e l’ufficio stampa sono seguiti da Sergio Tavelli. Abbiamo fatto la scelta di non avere PR, ma abbiamo i London Loves, i quali collaborano con noi. Sergio e Nicola si occupano anche dei flyer. Sopra il locale c’è il mio ufficio amministativo e l’ufficio di Nicola nel quale esprime a pieno la sua creatività.”

Progetti futuri? (ride)
“Chi vivrà vedrà. Per la riapertura di settembre ci sono grosse sorprese.”

Comments are closed.