13th

Febbraio

Intervista a Andrea Ruffo, giovane stilista in evoluzione

Si inizia e poi si moltiplicano le relazioni con essa, forse è una matrice continua di creazione

Rimane il fatto che fra le mani di Andrea Ruffo la moda ha assunto forme molteplici. La moda, il gusto, la creazione tecnica e d’immagine degli abiti vedono nel giovane stilista un’evoluzione continua. Il linguaggio della moda incontra quello di Andrea molto tempo fa, dopo la Naba, le follie cheap&pop di H&M, i servizi come stylist nelle riviste d’avanguardia, i taglia e cuci dei revers, il comune vestito diventa altro, magma di idee, dimostrazione dell’impossibilità di delimitare la moda a mero oggetto pratico.

Intervista a Andrea Ruffo

Come nasce la passione e l’iter creativo di un giovane nella Milano tutta pulviscolo e lancette?
“Sono l’ultimo di sei fratelli, il piccolo circondato da adulti, assorbendo le loro azioni e i loro modi di vivere, portandomi ad amare il feeling che si crea con persone più mature di me e anticipando il mio orologio. Coccolato e al contempo capace di adattarmi in assenza di alternative, reinvento lo spazio attorno a me. Dopo la formazione classica, trovandomi ad un bivio sono venuto a Milano.

Ho frequentato il primo corso della Naba in fashion design, con studio della storia del costume e dell’arte, investendo su me soltanto, forse con un’inconsapevolezza ingenua. Poi sono arrivate le proposte di visual di catene di moda e poi quella con H&M nel 2003, continuando in parallelo a disegnare e creare la mia linea.”

E qui arriviamo al tuo lato creativo e personale, dove l’abito nasce da una forma mentis di costume artistico.
“Dal 2004 è iniziata la progettazione della mia linea in autoproduzione. Creando un total look per un target di uomini sui 25/35, dai dettagli näive ed applicando il mo amore per la sartoria e la ricerca di tessuti. Dopo questa esperienza ho deciso di creare solo pezzi specifici e non un’intera collezione. A questo è seguito una serie di styling per diversi giornali da Made sino alla pubblicità per la Samsung.

Poi la collaborazione con una nota casa di tessuti per la quale ho confezionato capispalla dove ho potuto coniugare linea e ricerca. Infine la collezione di costumi da bagno per la fiera di Genova, presentando per la prima volta abbigliamento per donna, molto posh in contrapposizione all’uomo la cui linea è spesso rigorosa grazie ai tessuti tecnici. E ancora l’allestimento per la mostra di Alice Erba al Plastic.”

Chi ti conosce percepisce la tua raffinatezza intellettuale, oltre che d’immagine come dimostrano le tue creazioni sartoriali. Come si coniuga questa con la vena pop e forte di H&M di cui sei visual?
“H&M è un ambiente dinamico e giovane che sviluppa l’idea di un look creativo e diverso ogni giorno, permettendo a chiunque di divertirsi grazie anche ai prezzi easy. A questo associo le mie creazioni che mi permettono di seguirne la progettualità.”

Il lavoro per gli svedesi ha sradicato Andrea Ruffo dalla tua città e lo ha portato a Roma. Com’è il perenne confronto fra le due città, tu che le vivi molto concretamente?
“Quando posso torno a Milano. Qui riesco a seguire tutto l’iter della creazione degli abiti, e forse le sono legato perchè è stata la prima città a rendermi indipendente. Qui ho avuto la mia formazione, dove ho realizzato di voler prendere sul serio questa ambizione. Roma è divertente e posso camminare per ore durante la notte, trovandomi in luoghi bellissimi.”

Visto l’amore per Milano, tocca tutti quei luoghi dove senti odore di coccole e che trasporteresti in qualsiasi città.
“La colazione da Sissi, l’aperitivo dove chiedere “il solito” da Rita e al Tango sui Navigli. La domenica a pranzo al Coniglio Bianco, lo shopping da Wok e Suite 123. A ballare al Plastic e al Sottomarino Giallo. La città dove potrei portare tutto, anche se già incredibile così, è quella dove fuggo appena posso, New York.”

Facendo il gioco dello zaino di Ambra (gioco di Non è la Rai guardando nello zaino si vede come sei fatto ndr) che cosa troveremmo, anche di immateriale?
“Tanto cioccolato, le opere di Rothko, Hamilton, Burri, Fontana e della mia amica designer di gioielli Solpike, il film Prima dell’alba, Babel, gli album di Roisin Murphy, Klakson, Belle & Sebastien, Beethoven, e la mia boccetta di Incense di Comme de Garcons.”

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