16th

Ottobre

Quando l’happening non muore

SABBIA IN UNA MANO – Immaginate un pugno pieno di sabbia: tanti granelli diversi, in un unicum tremendamente labile. Il vento, la forza di gravità, l’usura del tempo svuotano la mano. Resta il ricordo, la sensazione di ruvido, la percezione di ciò che era.

ARTE CHE MUORE – Immaginate un happening, in un angolo dimenticato, una fabbrica dismessa e il dimenticato torna a parlare attraverso l’arte non convenzionale, quella a cui la facciata urbana non da spazi, quella che nel silenzio nasce, si sviluppa e muore.

MAGIA URBANA – E così tag, writer, allestimenti in progress, installazioni, arte digitale: una comunità postmoderna e gitana, amica delle ruspe che osservano e custodiscono. Tutto si crea e tutto si distrugge solo dopo due giorni. Una magia urbana ad opera di creativi, fotografi, graffittari e ricercatori di nuove forme per la creazione artistica.

FREETOWN – Ma questa prospettiva artistica capovolta continua a creare sensi in una via dell’etere, via 101 – che prende il nome dall’omonimo happening.
Un percorso notturno in una città virtuale, http://www.freetown.it, dove i muri vibrano al suono di un’immagine, dove l’arte saluta la polvere, dove i cancelli oltrepassati non saranno più chiusi. Ed è cosi che un evento condannato a morire dopo soli due giorni, viene reso eterno dall’etere che- paradosso postmoderno- tutto crea e tutto distrugge.

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