15th

Gennaio

Triad Vibration

Ezio Salfa, basso elettrico, Gennaro Scarpato, percussioni e batteria, e Tannì Walter Mandelli, didgeridoo, sono i tre musicisti che compongono il Triad Vibration. Una formazione musicale anomala che ha fatto del tribal jazz l’epicentro del suo universo musicale. Il loro debutto al Blue Note di Milano è stato un successo inaspettato: tutto sold out e il pubblico era assiepato in ogni angolo del tempio del jazz di via Borsieri. Li abbiamo incontrati prima dell’esibizione.

Ragazzi, cosa contraddistingue il jazz tribale e perché avete scelto questo genere?
Tannì: “Lo abbiamo chiamato così per la presenza del didgeridoo, il più antico strumento a fiato aborigeno dell’Australia. Non è stata proprio una scelta precisa, ma più che altro una condizione dettata dalle esperienze e dagli stili propri di ognuno di noi”.

Miscelate vari segmenti musicali con disinvoltura. Con quanta fatica artistica avviene tutto questo?
Ezio: Non c’è fatica. La nostra musica ci viene dal cuore, da senzazioni e dal piacere di stare insieme”.

Ripensando alla vostra formazione musicale, quali esperienze vi portano a sostenere una pura ricerca musicale?
Gennaro: “Non siamo partiti con l’idea di sperimentare un nuovo genere. Lentamente, però, ci siamo accorti durante le composizioni che c’era qualcosa di nuovo nel nostro sound, qualcosa di fresco unito al suono primordiale del didjeridoo. Un’alchimia, una fusione di tre personalità artistiche provenienti da percorsi diversi”.

Parliamo di Triad, un album intrigante e sopra le righe…
Tannì: “Triad è la sintesi di due lavori precedenti, Didjdrum e Worldtour. E’ il frutto di un attento anno di lavoro dove ritmi accattivanti  si uniscono a semplici melodie, oltre a forti vibrazioni che attraversano il corpo”.

Promuovete la vendita del vostro album attraverso diversi canali web. Che
rapporto avete con la rete?
Ezio: “E’ il futuro. Infatti anche noi abbiamo scelto la distribuzione digitale con la Kiver sui più importanti negozi virtuali di musica come iTunes”.

La vendita della musica sul supporto tradizionale è in crisi. Il futuro è solo download?
Gennaro: “Speriamo di no. Ci sono  persone a cui piace ancora avere il cd in mano, magari dopo aver sentito un buon concerto”.

Cosa si può fare per avvicinare i giovani al jazz? Abbassare il costo del biglietto?
Ezio: “Innanzitutto bisognerebbe che  radio e televisione si occupassero maggiormente della musica jazz. Sono anni che in televisione non si vede un concerto jazz! E’ solo una questione di dare la stessa visibilità al jazz come a qualsiasi altro genere musicale. Forse solo allora il giovane potrebbe scegliere senza essere influenzato da tormentoni. Certo, abbassare poi il costo potrebbe incentivare”.

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