6th

Ottobre

Someone Still Loves You Boris Yeltsin

Sono quattro, vengono da Springfield, hanno un nome emblematico. Sono i Someone Still Loves You Boris Yeltsin e fanno una musica solare, tutta divertimento e ritmiche allegre che, però, dal vivo picchiano duro. Abbiamo intervistato Philip Dickey (cantante, batterista e chitarrista) prima che salisse sul palco de La Casa 139.

Cominciamo con una domanda che sorge spontanea, visto che venite da Springfield. La vostra città assomiglia al ritratto che ne fanno i Simpson?
“In qualche modo sì, è la tipica cittadina americana, tranquilla. Ci sono degli aspetti che coincidono, c'è un tizio ricco tipo Mr. Burns e praticamente ogni cosa in città ha il suo nome sopra, dai palazzi alla squadra di basket”

Per quale motivo avete scelto di restare in Missouri piuttosto che trasferirvi a New York o Los Angeles?
“Principalmente per le nostre famiglie. E poi le grandi città ti intrattengono mentre a Springfield sei tu che ti devi inventare qualcosa per divertirti”

Come siete arrivati a questo nome chilometrico per denominare la band, e cosa c'entra Boris Yeltsin?
“Abbiamo formato la band al liceo. I gruppi scelgono nomi seri e molto lunghi, noi volevamo prendere in giro questa abitudine. Yeltsin aveva appena dato le dimissioni, ed era un personaggio altrettanto buffo, beveva molto, era perfetto da ridicolizzare anche se capivamo la situazione particolare che viveva la Russia”

Come stanno andando i concerti in Europa?
“Bene, è un'esperienza fantastica. Abbiamo suonato in città molto diverse tra loro e ho notato che nelle città più piccole le persone ballano di più, sono più sciolte. È questo lo spirito del rock 'n roll”

E Milano come ti sembra?
“Bella. Quando ero piccolo ho visto un film con Sandra Bullock, While you're sleeping (Un amore tutto suo, ndr), che parlava continuamente dell'Italia, ed ero curioso di venirci”

Sul vostro MySpace citate nelle vostre influenze Pony e Moody. Chi sono?
“Sono dei personaggi di fantasia. Li abbiamo inventati durante un tour, e adesso ci raccontiamo delle storie sulle loro avventure”

Quanto ha influito il web sulla vostra carriera?
“Internet ci ha aiutato molto. Siamo una band dal 2000 ma la gente ha cominciato a conoscerci nel 2005 quando abbiamo caricato i nostri mp3 sul sito”

Così mantenete i contatti con i vostri ascoltatori…
“È molto importante dimostrare a chi ci ascolta il nostro apprezzamento per averci scelto tra la moltitudine di band in circolazione. Inoltre è la miglior promozione che si può fare per la propria musica”

Avete in programma un nuovo album?
“Stiamo scrivendo i pezzi per il nuovo album. Voglio che sia divertente, ma i testi sono più seri, non siamo più a scuola”

Che band consiglieresti al pubblico italiano?
“Ultimamente ascolto molto The Mommyheads, hanno appena pubblicato un nuovo album (You are not a dream, ndr) e lo adoro”

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