28th

Aprile

Silvia Mezzanotte

La sua voce è da “brivido caldo”. Silvia Mezzanotte, ex front woman dei Matia Bazar, conversa piacevolmente con noi a pochi giorni dall'uscita del nuovo album Lunatica. Oltre a brani inediti, Silvia rilegge pezzi di altri, attraversando note diverse e passando con disinovltura da Battiato a Cocciante.

Silvia, hai avuto una bella crescita artistica. Quale è il segreto?
“Non c'è una formula precisa. Occorre prepararsi, studiare e capire attraverso gli insegnanti quale talento pensi di avere. Creatività e comunicazione sono due marce fondamentali per chi fa il mio lavoro. Purtroppo a chi inizia adesso si richiedono subito cose che prima conquistavi passo dopo passo: avere una personalità, un look preciso e così via”.

Hai appena rinnovato il tuo sito. Quanto ti convince Internet?
“Sono sincera. La rete ci ha dato e tolto. Da una parte il download, anche legale, non riesce a colmare la precarietà del guadagno. Dall'altra ci fa navigare tra le onde della globalizzazione e ci permette uno scambio continuo di idee. Pensa che un brano inedito del mio nuovo disco l'ho scelto tra le centinaia di canzoni arrivate attraverso il mio Myspace. Sono comunque un'internauta che cerca sempre un contatto diretto col pubblico, e perciò disapprovo le realtà virtuali come Second Life”.

Una volta le case discografiche facevano il bello e il cattivo tempo. Adesso il pubblico può persino scegliere quale singolo estrarre dall'album del suo beniamino. Questa rivoluzione digitale non porta troppe concessioni?
“Il pubblico di Internet è quello radiofonico, quello spaparanzato sul divano a guardare MTV o All Music. Sa bene quello che vuole e può davvero aiutarti a capire quale sia la giusta direzione di un pezzo”.

E il talent scout esiste ancora?
“L'ho ritrovato nel programma X Factor, che seguo con interesse. Mi piace molto il ruolo di Morgan, perché è uno che sceglie puntando allo sviluppo e alla creatività di un musicista, lasciando in disparte la tentazione di plasmare personaggi televisivi”

L'avventura con i Matia Bazar?
“Cinque anni importanti e sono molto contenta di aver dato una mia impronta ai passaggi vocali, rispettando, ma non subendo il passato. Mi sono adattata alle regole di gruppo, ma poi avevo voglia di venir fuori diversamente”.

In che modo?
“Percorrendo un mio tragitto individuale. Se ascolti Lunatica, ti rendi conto che in alcuni brani c'è il desiderio di spalancare le finestre alla parte più nascosta del mio carattere. Nella rilettura di Oggi un Dio non ho volevo affrontare il mio rapporto con la spiritualità, mentre In Silvia che freddo c'è molto del necessario equilibrio tra introversione ed estroversione, c'è quella Silvia lunatica, con le sue fragilità e paure”.

Progetti?
“Sto per iniziare un tour e spero di essere a Milano al più presto”. 

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