25th

Settembre

Milano occupazione suolo pubblico anche dopo il 31 ottobre

L’occupazione del suolo pubblico per far fronte alle esigenze di locali, bar e ristoranti dopo il lockdown ha funzionato. Un provvedimento che dovrebbe scadere a fine ottobre ma che, come comunica il Sindaco Beppe Sala, dovrebbe continuare, sempre gratuitamente, anche dopo la sua scadenza

Tavolini “extra” anche dopo la scadenza del provvedimento del Comune di Milano. Si tratta dell’occupazione del suolo pubblico, gratuita, a Milano. Una decisione voluta dall’amministrazione per far fronte alle esigenze di locali, bar e ristoranti messi a dura prova durante e dopo il lockdown. L’occupazione del suolo pubblico, secondo una prima delibera, arriverebbe alla sua scadenza con la fine del mese di ottobre ma è il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, che comunica con un post la volontà di continuare con questa iniziativa.

Il messaggio di Sala

Si legge. “La decisione di ampliare gli spazi esterni in uso agli esercizi commerciali era nata dalla volontà di sostenere settori messi particolarmente in crisi dal lockdown, come bar e ristoranti. Il provvedimento ha funzionato. In tutta la città e nei singoli quartieri, le attività interessate e i cittadini hanno apprezzato l’iniziativa.

Un gradimento che è sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo, ho dato indicazioni agli assessorati di riferimento di attivare tutte le procedure per estendere, anche dopo il 31 ottobre, gli effetti della delibera del 14 maggio, sempre garantendo la gratuità dell’occupazione del suolo. Nel farlo, mi sono raccomandato che venga posta grande attenzione al tema degli orari, come richiesto da alcuni cittadini. Ho inoltre chiesto di fare un’analisi puntuale in relazione agli spazi per sosta residenti e alla mobilità per pedoni e passeggini.
Andiamo avanti, con buonsenso“.

Così Sala estende la gratuità del suolo pubblico ai commercianti di Milano anche dopo la prima scadenza, con la speranza che questo tentativo possa risollevare le sorti di molte categorie di lavoratori che, a causa di questa emergenza sanitaria, hanno dovuto davvero, e con non poca fatica, rimboccarsi le maniche.

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