18th

Gennaio

La Porta Romana che verrà

Un nuovo polo residenziale a Porta Romana. La notizia, di per sé, potrebbe perdersi tra le mille che escono quasi quotidianamente in quest’epoca di ingordigia edilizia. Però il progetto Horti Il segreto di Porta Romanaè qualcosa di più.

È, innanzitutto, l’occasione per riqualificare uno degli angoli più nascosti della città, in una sua zona simbolo celebrata dalle canzoni di Gaber e amata da Dario Fo tanto da farne la sua residenza. È anche un modo per offrire una visione differente di Milano che, presa da una crescita futuristica e tecnologica, possa sempre ricordare la bellezza di certi suoi luoghi senza tempo. I pochi nei quali è lecito che lo stesso non passi mai.

Realizzato da Michele De Lucchi supportato negli interni da Daniele Fiori, entrambi architetti, il progetto prevede la nascita di un complesso tra due vie storiche e caratteristiche del quartiere, come via Lamarmora e via Orti.

I nuovi appartamenti del polo residenziale saranno consegnati entro il 2020

I nuovi appartamenti del polo residenziale saranno consegnati entro il 2020

Al suo interno saranno costruiti 80 appartamenti suddivisi tra villette urbane indipendenti, che richiamano la tipica architettura milanese della zona, un nuovo edificio su via Lamarmora e la ristrutturazione, in chiave residenziale, della villa interna del XIX secolo, un tempo ospizio per i poveri.

A completare la riqualificazione dell’area di oltre 14.000 mq, ci sarà il recupero di due edifici storici vincolati, la Lavanderia e il Casello, e di un parco di 10.000 mq. Il cui impianto originale, tra cedri libanesi e tigli, verrà valorizzato in un ulteriore giardino storico, di circa 2.000 mq, aperto al pubblico in alcuni orari della giornata e con tanto di chiesa sconsacrata al suo interno.

L’investimento, di circa 100 milioni di euro, proviene dalla divisione Real Estate del gruppo Bnp Paribas. Inizio dei lavori previsto a breve, entro il primo trimestre del 2018, con consegna degli appartamenti – dai 6.500 ai 10.000 euro al mq – entro il 2020. E guai a chiamarlo semplicemente complesso residenziale.

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