10th

Maggio

Da Miyako

Miyako, che vuol dire capitale, è un ristorante dove assaporare la cucina nipponica tradizionale. Il titolare ha aperto questo accogliente luogo dieci anni fa, quindi ben prima che a Milano e poi in tutta Italia scoppiasse la moda di sushi e sashimi. Certo il pesce crudo c’è, e come potrebbe mancare, ma il menu contempla numerose altre pietanze di cotto che la sapienza e l’esperienza di Ivan hanno saputo avvicinare al gusto occidentale, pur restando fedele in gran parte alle ricette originali.

AD OGNUNO LA SUA FONDUTA – “Alcuni piatti del Miyako fanno davvero la differenza rispetto ad altri ristoranti giapponesi” dice il titolare, “ad esempio qui si può provare la fonduta, un piatto della tradizione che fa riscoprire un altro modo di mangiare nipponico“. Arriva in tavola in una pentola di brodo bollente tenuta in caldo da un fornellino; dentro si cuoce fai-da-te la carne o il pesce. Le proposte sono quattro: shabushabu (fettine di manzo e verdure da cuocere nel brodo bollente insieme a spaghetti di riso e di soia); suki yaki (manzo e verdure da cuocere in un tegame con salsa di soia e sakè e poi da intingere nell’uovo crudo); nonché fondute di pesce e verdure in brodo di pesce e in zuppa di miso.
È sicuramente un modo per conoscere meglio la nostra cultura, i nostri sapori, anche se ho dovuto lavorarci su per rendere la fonduta più gradita al palato mediterraneo.”

I COTTI E  I CRUDI – E dalla fonduta, anche nella versione piccante, ad altre specialità cotte la sorpresa non cessa: deliziosi sono i sakeyaki (rotolini di salmone alla griglia con ripieno di purè dipatate), ma anche gli yakiebi (spiedini di gamberi grigliati con sesamo e soia), i ravioli alla griglia ripieni di verdurine, gli udon (spaghetti giapponesi di riso freddi). E poi sushi, sashimi, neghi toro, dragon maki e tutto quello che in un ristorante giapponese non deve e non può mancare.

DA BERE – Immancabili come accompagnamento le birre giapponesi, il sakè, i tè, vino bianco e rosso e, per concludere la cena, 25° di liquore giapponese a base di sakè (in due versioni: uno di riso e uno di patate) che ha il nome di shuojiu.

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