Seduzione, sesso. E potere: di chi è, nel rapporto di coppia? Ma soprattutto, chi è Vanda Jordan? Un’attrice, una seduttrice vendicativa o un’incarnazione dell’ancestrale principio femminile che è anche origine del tutto? A voi trovare la risposta in Venere in pelliccia, lo spettacolo dal 25 gennaio al 4 febbraio al Teatro Carcano.
Sul palcoscenico-arena dell’incontro-scontro fra i due protagonisti, una strepitosa Sabrina Impacciatore (a San Valentino al cinema, nel nuovo film di Muccino A casa tutti bene), e Valter Malosti, regista a tutti gli effetti: dello spettacolo e nel ruolo sul palco. Mette in scena per la prima volta in Italia il testo di Masoch (1870), nell’adattamento del commediografo americano David Ives (1950) che ha ispirato il film di Roman Polanski.
Riassumendo: dopo una lunga giornata di audizioni un regista non ha ancora trovato la protagonista di Venere in pelliccia, l’opera di Sacher-Masoch di cui ha curato l’adattamento. Verso sera, nel buio del teatro ormai vuoto, si presenta una donna dalla presenza rozza e sboccata che, insistentemente, convince il regista a farle fare l’audizione.
La scombinata Vanda (omonima dell’eroina del romanzo di Masoch), pagina dopo pagina del copione si trasforma davanti agli occhi del regista nella protagonista del romanzo, Wanda Von Dunayev. Tra regista e attrice, inizia un esilarante combattimento in un vertiginoso scambio di ruoli, la vittima che diventa carnefice e viceversa. Nel duello teatrale, i confini tra realtà e finzione lentamente sfumano, lasciando il regista (e gli spettatori) ostaggio di un finale enigmatico. In un'atmosfera alla David Lynch.
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