Una celebrazione della milanesità del pittore, tra i massimi esperti del Divisionismo: è questo l'obiettivo della mostra Segantini. Il ritorno a Milano in scena a Palazzo Reale.
Una retrospettiva che esalta, ça va sans dire, Giovanni Segantini ma anche il suo legame con la sua “patria d'adozione”: Milano.
LA VITA ERRANTE, LA FORTUNA ALTALENANTE
Nel 1881 si trasferisce prima in Brianza e poi in Svizzera, ma Milano rimarrà il fulcro della parabola segantiniana, la perenne finestra sul mondo dell'arte.
Nel suo peregrinare tra città e natura, il pittore svilupperà nuove sensibilità e si accosterà a movimenti artistici differenti, creando man mano una parabola davvero ricca e complessa.
Morirà nel 1899 ancora giovane e famoso, la sua stella si oscurerà a partire dalla prima guerra mondiale, il suo nome relegato nel limbo del provincialismo. Ora ne riscopriamo la grandezza.
IL PERCHÉ DI UNA MOSTRA UNICA
Divisa in otto sezioni, la mostra presenta per la prima volta a Milano oltre 120 opere da importanti musei e collezioni private.
Una cifra considerevole e difficilmente riproducibile in altre esposizioni: il numero limitato di opere prodotte, disperse in tutto il mondo e rese molto fragili dalla tecnica utilizzata da Segantini, rendono questa retrospettiva un evento e un appuntamento da non mancare per chi ama questo autore.
La realizzazione dell'esposizione è stata possibile grazie alla collaborazione con la Galleria Civica di Arte Moderna della città e con il Museo Segantini di Sant Moritz, con la curatela di Annie-Paule Quinsac e Diana Segantini.
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