Il Museo del Novecento celebra l’artista milanese Remo Bianco, “ricercatore solitario”, così come si definiva, e allievo di De Pisis, con la mostra Le impronte della memoria
Il Museo del Novecento presenta dal 5 luglio al 6 ottobre la mostra antologica dedicata a Remo Bianco Le impronte della memoria. Raccoglie oltre 70 opere del pittore e scultore milanese (1922-1988).
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Remo Bianco, “artista solitario”
La straordinaria energia creativa, la ricerca, l’uso di materiali diversi. La mostra che il Museo del Novecento dedica a Remo Bianco ripercorre le fasi della ricerca dell’artista milanese. Nella Milano del boom economico, conobbe e frequentò Filippo de Pisis. E proprio per la sua capacità di sperimentare nuove idee, sempre attento ai materiali e alle intuizioni espressive, Remo Bianco è stato un artista molto peculiare per quei tempi. L’esposizione ripercorre, così, il suo ricco e sorprendente percorso. Esplorando il tema della memoria, attraverso le 70 opere selezionate in mostra.
Le impronte della memoria
Fra queste ci sono le Impronte, ovvero calchi in gesso, cartone pressato o gomma ricavate dai segni lasciati da un’automobile sull’asfalto. Ma anche da tracce di oggetti comuni, come giocattoli o attrezzi. Opere che hanno esplorato le “tracce dell’uomo”. Ma ci sono anche i Sacchettini -Testimonianze, realizzati assemblando oggetti di poco valore – monete, conchiglie, piccoli giocattoli, frammenti – in sacchetti di plastica fissati su legno e appesi come un quadro. E poi le prime opere tridimensionali – i 3D – che l’artista realizzò in materiale plastico trasparente o vetro (successivamente anche su legno, lamiera e plexiglas colorato). E ancora, i Quadri parlanti sono tele in cotone bianco o nero sul cui retro sono posizionati degli amplificatori: all’avvicinarsi dello spettatore, si attivano emettendo suoni o frasi registrate dall’artista. Il più noto di questi è Scusi signore… dove Bianco si auto-ritrae con il dito puntato.
La mostra promossa da Comune di Milano Cultura e realizzata dal Museo del Novecento in collaborazione della Fondazione Remo Bianco permette, dunque, di riscoprire l’artista a tutto tondo. Un grande creativo che è riuscito a realizzare molte delle sue idee in opere poetiche, multiformi, geniali.
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