La perdita volontaria di un orizzonte di senso. Nel Postmoderno non ci sono più leggi, non ci sono più confini.
L'arte entra in un buco nero, diventa iperconcettuale, estrema e kitsch allo stesso tempo.Non si riesce più a scrivere una critica d'arte.
I giochi linguistici diventano imperscrutabili, le lingue si mescolano tra loro, le culture perdono le loro peculiarità.
I Cinesi diventano Americani. Gli Indiani diventano Londinesi. Gli Italiani mangiano più sushi dei Giapponesi.
Un labirinto di percezioni nella domenica dell'Atomic targata Japi Coolkidscantdie, Aurelio, Donut e La Tosi.C'è Diana Est con un peplo adornato dai più fosforescenti accessori anni Ottanta.
C'è l'elettronica che diventa pop, ammicca al rock e abbraccia la Carrà. Celebriamo Gadda, Pasolini, Testori, Tondelli. Celebriamo Dara Birnbaum, Mike Kelley, Paul McCarthy e Vito Acconci.
Si celebra Diana Est, M.I.A., The Smiths, e soprattutto Giuni Russo. Si raccontano anche le differenze, i cambiamenti, le evoluzioni, le involuzioni, i miscugli, il disordine, il caos.
La volontà di essere se stessi. O di perdersi.
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