27th

Dicembre

Sapor di San Silvestro

C’è chi ama mangiare. E chi vuole anche ballare. Chi adora ricette ricercate. E chi preferisce piatti tradizionali e conviviali. Nella notte più magica dell’anno i sogni si avverano tutti. Basta scegliere il ristorante giusto. A Milano o fuori città.

CHIC & GOURMET – Salottiero e rilassante è il San Silvestro al Conte Camillo. Incorniciato da specchi, marmi e stucchi veneziani e solleticato da un cenone firmato dallo chef Salvatore Biondo. Che, fra fini porcellane e argenterie d’epoca, serve una soave millefoglie di broccoli e capesante con bottarga e salsa orangette; un trancetto di cernia su purea di patate e pistacchi; e un filetto di manzo in crosta di nocciole. Finendo in dolcezza con il tortino di cioccolato caldo, crema di mascarpone e marron glacé alla polvere di cannella. Atmosfere romantiche e soffuse anche a Le Noir: pochi coperti e la soffice avvolgenza dello charme. Mentre si gioca col fuoco, grazie alla crema di piselli e asparagi con code di scampi flambati; si sperimenta l’agrodolce, nella terrina di foie gras con pan brioche all’uvetta candita e caramello balsamico; e ci si tuffa nella morbidezza, con i fagottini di pasta fresca al Gorgonzola e noci su vellutata di patate. Ostriche e bollicine, invece, al Casanova del The Westin Palace. Dove lo chef Augusto Tombolato, mette in scena ravioli di granseola in salsa di crostacei e san pietro farcito con mousse di gamberi, riduzione di agrumi e anice stellato. Una cena raffinata, anticipata da un elegante aperitivo al The Lounge e suggellata dai brindizi e dal suono dei sax presso la Roof Terrace.

VERVE & FOOD – I nigiri parlano siciliano da Tastàri. Preparati con burghul (semola di grano duro, sorella del cuscus), prugne, pancetta croccante di nero suino calabrese e rosso gambero di Mazara del Vallo scottato. Per un cocktail fra tipicità e nipponicità. Senza dimenticare il maialino in cottura gentile con sformatino di patate e scalogni laccati al miele di zagara; e il cotechino con lenticchie di Linosa. Le lenticchie di Norcia sono invece pronte a tintinnare sulle tavole dell’Antica Osteria La Rampina di San Giuliano Milanese. Dove il San Silvestro si fa in due: gourmet al ristorante (e vicino al caminetto), fra astice, lasagnette tartufate e cervo alle erbe di montagna in salsa di Lagrein; e danzerino nel salone delle feste, fra rustin negàa di vitello con cardi e carciofi, risotto al succo di barbabietola con fonduta di grana e spumante, musica e balli. Cabaret, note live e buona cucina anche al meneghino Bel Sit, che mette in carta gamberoni croccanti al sesamo e mezzelune di pasta fresca con crostacei, vongole e asparagi. E se si volesse fare un salto in Abruzzo? Al Capestrano, animazioni, sorprese e revival fanno da sfondo a un menu che rende onore a costolette di ovino con carciofo alla mentuccia e sformatino di fave caldo.

ETNICHE NUANCE – Volteggia il Medioriente al Sahara, accarezzando tende, tappeti e tonalità sabbiate. La danza del ventre fa infatti da complice a una cena che conduce verso luoghi lontani: sfoglia di brik con carote e frutti di mare, cuscus imperiale e zuppa di lenticchie con carne e verdure. Il tutto annaffiato da vini tunisini. Coreane prelibatezze poi al Lee’s, che apre il pasto con gli involtini del buon augurio e mette appetito a ritmo di jeon (fragranti frittelle), trasparenti japchae (spaghetti di fecola di patate) e carni ingentilite da salse di soia o piccanti. E per finire la serata? Speciale tombolata. In palio vi sono gadget e specialità coreane, nonché golosi dolcetti asiatici. Indiane suggestioni, infine al Tara, dove camerieri in abiti tradizionali servono sfiziosi antipastini speziati, saporito tandoori (di agnello, pollo e gamberoni), cremoso curry corredato da riso Basmati e rinfrescante sorbetto al mango. E il panettone? C’è, capace di ingolosire anche Lakshmi, la dea della fortuna.

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