9th

Febbraio

Ray Gelato and his Giants

RAY AND HIS GIANTS – Il ritorno di Ray Gelato al Blue Note è evento gradito per il pubblico, per chi concepisce il concerto anche come evento brioso. Il jazzman anglosassone e i suoi Giants hanno riportato una ventata di allegria, con quell’aria scanzonata che ti prende in contropiede. Lo swing ti coinvolge, ti assale, e così  la platea del tempio del jazz di via Borsieri si lascia andare, ancheggia sulla sedia e sorseggia persino un drink a ritmo di musica. Il crooner italo-americano conosce bene il suo mestiere e come coinvolgere il pubblico tutto di un fiato.

RINCORSE DI SAX – C’è qualcosa nelle sue movenze, nella modulazione della voce, nel modo di impugnare il microfono che richiama lo stile partenopeo, alla Renato Carosone per intenderci. “Sono felice di essere qui, di essere tornato a Milano per la terza volta”, esordisce Gelato con il suo italiano maccheronico. Poi impugna il sax e chi lo ferma più, mentre i suoi musicisti lo rincorrono, cercando di trovare delle scorciatoie per sintonizzarsi su quello shuffle inarrivabile. In apertura c’è That’s Amore, ma a raffica la giostra gira in fretta con When you smile, Fly on, Angelina, Monalisa, e l’omaggio a James Brown con The night train. Mister Ray prende per la gola – o sarebbe meglio per l’orecchio – lo spettatore con quel sound che il Belpaese ha sempre spiaccicato su icone mito come Frank Sinatra o Dean Martin.

SHOW – E poi chiariamolo una volta per tutte: per Ray Gelato non conta solo la musica di alta qualità – e lo dimostrano sempre gli incassi al botteghino – bensì anche lo show, dove l’esibizione si tramuta in esplosiva dichiarazione d’amore verso la versatilità e la completezza dell’artista. Alla fine, questa dichiarazione d’amore entusiasmante è comunque rivolta al pubblico, che lo applaude volentieri. Con i tempi che corrono i concerti indimenticabili vanno annotati. L’emozione ha il colore di questa voce, quando c’è l’omaggio a Renato Carosone con l’evergreen Tu vuò fa’ ll’americano. C’è voluto un crooner italo-americano per far cantare in napoletano tutto il pubblico del Blue Note. Una bella cartolina che spediamo volentieri a Napoli e alle sue rivoluzioni musicali.  

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