17th

Gennaio

Judy Garland, la fine di un arcobaleno

Un’interpretazione magistrale di Renée Zellweger, vincitrice del Golden Globe e candidata agli Oscar per il ruolo di Judy Garland. Artista dotata di talento eccezionale, tra le più importanti icone gay di ogni tempo, in un film biografico in uscita il 30 gennaio

Judy Garland fu un’attrice, cantante e ballerina che raggiunse la celebrità internazionale in ruoli sia musicali, il più famoso probabilmente è Dorothy in Il mago di Oz del 1939 in cui canta Somewhere Over the Rainbow, che drammatici come in È nata una stella del 1954, primo riadattamento di un omonimo film del 1937 che nel 2018 vedrà Lady Gaga nel ruolo della protagonista.

Il film biografico Judy del regista Rupert Goold è basato sul dramma teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter. Racconta delle ultime apparizioni pubbliche della Garland nel dicembre del 1968 a Londra, dove fu scritturata per una serie di concerti tutti esauriti al celebre night club Talk of the Town, per una durata di cinque settimane.

Diva indomita e fragile

Nelle prime sequenze però vediamo Judy quattordicenne e stella degli studi cinematografici Metro Goldwyn Mayer. Qui fu vittima di fortissime pressioni psicologiche e ritmi di lavoro massacranti che la segneranno per sempre. Arrivata a 46 anni, donna indomita e fragile, si ritrova intrappolata in una situazione senza vie d’uscita. Sfrattata dalla sua suite d’albergo per morosità, desidera una situazione stabile per Lorna e Joey, i figli nati dal terzo marito Sid Luft. Pesantemente indebitata con il fisco americano, però, non sa come fare a dare loro una dimora fissa. Non può quindi permettersi di rifiutare la possibilità di tornare a cantare dal vivo.

Anche se la sua voce si è indebolita la sua intensità drammatica è aumentata ma dopo il successo della prima serata, giorno dopo giorno a causa delle difficoltà che i capricci e l’abuso di pillole e alcol le provocano fuori e sopra il palco, l’amore con il pubblico della Swinging London deraglierà strada facendo e finirà malamente a insulti reciproci.

Storia di una leggenda

Judy Garland fu talmente iconica che la leggenda vorrebbe addirittura che la sua morte prematura, a soli quarantasette anni, sia stata la scintilla che fece scatenare i moti di Stonewall la notte del 28 giugno, un giorno dopo i suoi funerali a cui parteciparono più di ventimila persone, di cui più della metà omosessuali. La storia naturalmente dice che non fu così che andarono le cose, ma un vero mito si costruisce anche sulla fantasia.

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