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Luglio

Villa San Carlo Borromeo

UN SOGNO VICINO – Sentirsi un po’ principesse e principi anche alle porte di Milano è possibile… varcate le soglie di Villa San Carlo Borromeo di Senago ci si trova immersi in un mondo ovattato, lontano dalle bruttezze della vita. Colori, odori, sapori, tutto è curato nei particolari per coccolare gli ospiti. Un tè al Borges Cafè, con fragranti biscottini appena sfornati dal Mastro Pasticcere oppure con soffici brioches fresche e poi la visita può iniziare. Prima di arrivare al piano del Museo, sede di opere di pregiati artisti, lungo i corridoi impregnati di storia si incontrano numerosi quadri, per la maggior parte di autori russi, facenti parte della collezione stabile della Villa. Immancabili i ritratti di famiglia e dei cardinali Borromeo che scrutano i viandanti. Ogni piano della Villa, che è anche Hotel di lusso, è un luogo da scoprire con salottini e angoli inaspettati, fino a giungere alla mansarda o al terrazzo degli Angeli, veri luoghi di sogni, da dove rimirare le stelle. Le stanze, ognuna diversa dall’altra anche nelle fragranze che le profumano, sono un connubio perfetto tra bellezza e comfort. Grandi letti a baldacchino, attorniati da mobili d’epoca e da dipinti… perfino un piccolo angelo di Chagall. Ah, dormire davanti ad uno Chagall! Quando vi ricapita? E per accontentre tutti i gusti la nouvelle cuisine delizia i palati con piccoli e fini gioielli di alta cucina. A fare da cornice è un grandissimo parco costellato anch’esso di sculture contemporanee.

ICONA DI STORIA E MODERNITA’ – A Villa Borromeo tutto è stato selezionato e definito con la maggior cura: impiantistica, illuminazione, telematica, arredo, opere d’arte, mobili. Questa è una vera e propria valorizzazione del bene che diviene oggi l’icona del secondo rinascimento, il Palazzo del turismo culturale e artistico, il salotto intellettuale, imprenditoriale e finanziario di Milano, la sede dell’Università internazionale del secondo rinascimento, della casa editrice Spirali, di fondazioni e associazioni di carattere socioculturale, la sede di congressi, corsi, seminari, riunioni conviviali di enti pubblici e privati italiani e stranieri, la sede di un Museo permanente e di un Museo per grandi mostre.

LA STORIA – La Villa San Carlo Borromeo sorge su una collina artificiale, base di un insediamento celtico dell’VIII secolo a.C. Roccaforte dei Romani, utilizzata già da Giulio Cesare, fu trasformata in fortezza dai Longodardi. Sulle sue rovine, i Visconti, nel Trecento, costruirono il “palazzo”, chiuso sui quattro lati. Fu Federico Borromeo (1564-1631) nel 1629 a abbattere un lato. Nel 1630, egli accolse nella Villa i migliori teologi del tempo, per sottrarli alla peste di Milano. Altri interventi furono compiuti da Giberto Borromeo (1671-1740). A quell’epoca, l’attuale pianterreno era, ancora, primo piano. Giberto completò l’arredamento, aggiungendo mobili, lampadari, splendide opere d’arte a tutto ciò che già Federico aveva collocato. Giberto, nel suo testamento, vincolò gli eredi al rispetto del restauro da lui ordinato e diretto e dell’integrità degli arredi. Nel 1911, Fausto Bagatti Valsecchi (1843-1914) diresse un altro restauro, secondo i criteri dell’epoca. Il committente era Febo Borromeo d’Adda. Durante la Repubblica di Salò, le SS occuparono la Villa, arrecando gravi danni. Dopo la loro ritirata, sono state poste, sulla facciata del Museo Sant’Ambrogio, a uno degli ingressi della Villa, due stelle di Davide. L’Università internazionale del secondo rinascimento, nel 1983, ha acquisito dalla famiglia Borromeo la Villa e il parco, lasciati da oltre vent’anni in stato di abbandono.

ILLUSTRI OSPITI STORICI – In sette secoli, molti raccontano di avere frequentato la Villa, da Leonardo da Vinci agli scrittori e artisti sforzeschi, da san Carlo Borromeo (1538- 1584) a Ippolito Pindemonte (1753-1828), da Denis Diderot (1713-1784) a Stendhal (1783-1842), da Alessandro Manzoni (1785-1873) a Benedetto Croce (1866-1952), da Antonio Rosmini (1797-1855) a Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), da Giovanni Verga (1840-1922) a Luigi Pirandello (1867- 1936) e, più recentemente, da Eugène Ionesco (1912-1994) a Jorge Luis Borges (1899-1986), da Elie Wiesel a Shen Dali.

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