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Aprile

The Zen Circus

Folk-Punk-Rockers che non hanno nulla da invidiare alle rock star del firmamento musicale e che in più hanno la genuinità della Toscana “selvaggia”.
La Casa 139, mercoledì 30 marzo, ha avuto il piacere di ospitare The Zen Circus per un assaggio, in anteprima, della loro ultima creazione, “Vita e opinioni di Nello Scalpellini, gentiluomo”.

La loro bella follia si pregusta fin dai primi accordi e dal fatto che Ufo (basso, cori) finga che siano un altro gruppo, ironizzando sullo stereotipo del musicista indie-rock, in paranoia per i dubbi esistenziali.
“Pace e Amore” dice Appino (voce, chitarra), tra una strofa e l’altra, ad occhi chiusi dentro di sé, fa sgusciare fuori dal proprio corpo una voce sensuale e strapazzante.
Il ritmo contagiato da Talking Heads, Velvet Underground e dalla psichedelia post Beatles si impossessa dei corpi, mentre Qqru (batteria, cori) picchia sapientemente sulla batteria “da strada”.Nel DNA degli Zen Circus c’è molto della cultura delle arti di strada e la gioia nel vederli suonare è incredibile. Perfino nelle canzoni più indie di “Doctor Seduction” si avverte una malinconia dolce, per tornare poi alla frenesia dei brani del primo album, “Visited by the gost of blind Willie Lemon Juice Hamington IV”.

In chiusura di serata un “omaggio” al rock, in perfetto stile “belli e dannati”, facendosi un po’ beffa di chi oggi guadagna col revival del rock, non portando niente di nuovo nel panorama musicale.
Tre bei cervelli che cantano che “I bambini sono pazzi” e probabilmente hanno ragione, poiché vien ritenuto pazzo chi dice la verità.

Ecco, i bambini non hanno filtri, quando nascono sono così, pazzi. E così sono i nostri tre personaggi, che paiono disegnati da un fumettista d’altri tempi, avanguardisticamente retrò.
Appi, Ufo e Qqru riescono ad arrivare anche agli ascoltatori più trattenuti perché hanno una notevole forza espressiva che, sul palco, si sprigiona come un’esplosione solare, dalle tinte forti, che fendono l’occhio umano per raggiunger le menti pensanti.

Musica, entra dentro di me, stringimi l’anima, scuotimi, liberami dal peso corporeo, inutile alla follia e rendimi ebbra col mio berretto a sonagli della pirandelliana pazzia.

di Melissa Mattiussi

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