6th

Maggio

Multe e regole inosservate: è polemica sulla protesta dei ristoratori

Stamane è andata in scena la protesta da parte di una rappresentanza di ristoratori e titolari di bar milanesi. Obiettivo: richiesta immediata di aiuti per evitare il fallimento dell’attività. Protesta pacifica che però ha causato agli organizzatori una multa per avere creato un assembramento sociale non autorizzato

È polemica sulla protesta delle ‘sedie vuote‘ andata in scena questa mattina presso la piazza dell’Arco della Pace. Una rappresentanza della categoria di esercenti, capeggiata da Alfredo Zini, presidente di Imprese Storiche di Confcommercio, ha allineato circa un centinaio di sedie vuote, ognuna delle quali recanti un cartellino con scritto ‘Se apriamo falliamo, #iononapro‘.

Una protesta simbolica dei ristoratori e titolari di locali milanesi che si aggiunge a quella messa in atto, attraverso un flash mob, lo scorso 26 aprile (leggi qui). L’obiettivo di questi gesti è sempre lo stesso, vale a dire richiamare l’attenzione delle istituzioni sul settore della ristorazione. Un comparto fortemente penalizzato da un lockdown di quasi due mesi. Da allora, con i locali chiusi, l’attività è di fatto cessata fino a riprendere timidamente lo scorso 4 di maggio, con l’inizio della cosiddetta Fase 2, ma soltanto attraverso il servizio di delivery e asporto.

L’apprensione degli esercenti rimane alta e tra loro regna molta incertezza sulla data del 1 giugno, quando gli esercizi pubblici potranno, se lo vorranno, riaprire. Si prevede che non saranno in tanti a tornare in pista. Proprio da qui nasce la sedia vuota, a simboleggiare quello che potrebbe accadere nei vari locali con la riapertura.

Il comitato di protesta ha chiesto dunque maggiore chiarezza al Governo. Due i punti cruciali: da un lato disciplinare le norme da osservare per garantire la sicurezza di clienti e dipendenti del locale, dall’altro aiutare economicamente gli esercenti alle prese con debiti e costi strutturali che rischiano di soffocare qualsiasi speranza di rimettere in sesto un’attività caduta in profondo deficit.

Gli organizzatori sono stati tutti multati (400 euro) per avere creato un assembramento sociale non autorizzato

La protesta all’Arco della Pace è andata in scena in modo del tutto pacifico. Eppure la polemica non è mancata. Sta infatti facendo discutere l’intervento della Digos che, dopo avere chiesto le generalità dei manifestanti, una ventina circa, ha deciso di sanzionarli con una multa da 400 euro con l’accusa di avere favorito un assembramento sociale non autorizzato.

Una decisione che ha sollevato la dura condanna da parte della Fipe. L’associazione di rappresentanza degli esercizi pubblici ha criticato la scelta da parte delle autorità di pubblica sicurezza di multare gli esercenti, ma al tempo stesso ha richiamato questi ultimi. Per Fipe, infatti, qualsiasi forma di manifestazione deve avvenire rispettando le regole previste dalla legge, ovvero essere concordata con le prefetture e le forze dell’ordine. Cosa che, questa mattina, non è stato fatta.

Sulla questione è anche intervenuto il sindaco Beppe Sala che, sulla sua pagina Facebook, si è detto disponibile a incontrare al più presto una delegazione di esercenti.

C’è poi chi è stato coinvolto nella protesta di stamattina a sua totale insaputa. È il caso di Edoardo Nono. Il titolare del Rita Cocktail Bar sui Navigli ha saputo che su una delle sedia compariva il nome del suo locale. Eppure, come lui stesso ha confermato a Milanodabere.it, non aveva dato in nessun modo la sua adesione a questa iniziativa. Iniziativa di cui, inoltre, non ne era minimamente a conoscenza.

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