14th

Aprile

Sei capolavori mondiali esposti a Milano

L’Ultima Cena di Leonardo, il Cristo Morto di Mantegna, il Bacio di Hayez e altri capolavori mondiali dell’arte esposti a Milano. In attesa di poterli rivedere al vivo esposti nei luoghi della cultura che li custodiscono, ecco gli imperdibili che tutto il mondo ci invidia

Ci sono capolavori mondiali esposti a Milano che non si possono non ammirare almeno una volta nella vita. Dal vivo, s’intende. Perché li abbiamo visti tutti nei libri di storia, li abbiamo studiati, ma forse non tutti sanno che sono custoditi qui nella nostra città. Ecco dove.

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Se ne è parlato tanto in occasione di Leonardo 500 e tra i capolavori mondiali esposti a Milano rientra senza dubbio L’Ultima Cena. Dipinta da Leonardo alla fine del XV secolo, è conservata nell’ex refettorio rinascimentale del convento del santuario di Santa Maria delle Grazie. Da secoli incanta i visitatori di tutto il mondo.

Leonardo da Vinci, l’Ultima Cena, Refettorio Santa Maria delle Grazie

Leonardo da Vinci, l’Ultima Cena, Refettorio Santa Maria delle Grazie, particolare

Capolavori mondiali a Milano: Cristo Morto di Andrea Mantegna

Siamo all’interno della Pinacoteca di Brera che, tra i tanti capolavori dell’arte, custodisce anche Il Cristo Morto (1475-1478) di Andrea Mantegna. Una delle opere più rivoluzionarie della storia dell’arte. Lo è a causa della nuova prospettiva estetica e della rappresentazione nuova di avvicinarsi alla fede. La pittura in questione è intrisa di grande umanità. Il vertiginoso scorcio prospettico della figura del Cristo disteso ha la particolarità di seguire lo spettatore che ne fissa i piedi, scorrendo davanti al quadro. Un capolavoro del Rinascimento.

Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo

Museo del Novecento, piazza Duomo. Il Quarto Stato (1901) è il capolavoro più noto e studiato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Un’opera corale e realista che racconta il desiderio di rivalsa maturato dalla classe operaia. I soggetti avanzano in marcia di protesta in una tela di 293 per 545 centimetri.

Il Bacio di Hayez

Si torna alla Pinacoteca di Brera perché, tra i capolavori mondiali esposti a Milano non si può non fare riferimento a Il Bacio di Francesco Hayez. Simbolo dell’amore per eccellenza. Il Bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV (1859) è considerato una delle opere d’arte più romantiche di sempre. I due giovani amanti si baciano nel corridoio di un castello medievale.

L’amore però va ben oltre il significato più romantico e relativo agli amanti. La tela è ricca infatti di pulsioni risorgimentali, a simboleggiare l’amore della patria e la lotta allo straniero.

L’opera è dunque il manifesto dell’arte romantica italiana. Il successo fu tale che Hayez ne riprodusse altre tre versioni.

Il bacio di Hayez, particolare

La Canestra di Frutta di Caravaggio tra i capolavori mondiali a Milano

Conservato all’interno della Pinacoteca Ambrosiana, l’opera perfetta di fine Cinquecento. Caravaggio dipinge in una perfezione simmetrica una delle nature estetiche più emblematiche della storia dell’arte. Probabilmente l’opera più celebre presente nella collezione del cardinale Federico Borromeo, considerata una sorta di prototipo della natura morta. Dal cesto di vimini traboccano frutti e foglie, con grande realismo e attenzione al dettaglio. Più volte il fondatore della Pinacoteca afferma di aver cercato invano un’opera che potesse starle a confronto, ma esso “Per la sua incomparabile bellezza ed eccellenza, rimase solo“.

Caravaggio, Canestra di Frutta

Caravaggio, Canestra di Frutta © Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Mondadori Portfolio

Michelangelo, La Pietà Rondanini

Al Museo del Castello Sforzesco si trova l’opera che meglio rappresenta il cosiddetto Michelangelo incompiuto: la Pietà Rondanini (1552-1553 e 1555-1564). Ultima scultura realizzata dal genio italiano prima di morire (vi lavorò proprio fino a pochi giorni prima della sua morte), la Pietà Rondanini rinuncia alla perfezione del corpo. Il Cristo morto è un simbolo marmoreo di sofferenza, che colpisce per la sua estrema modernità.

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