4th

Ottobre

Zero Gravity

ZERO GRAVITY – Fino al 26 dicembre alla Triennale di Milano è ospite Zero Gravity dedicata al lavoro di Franco Albini. La mostra – dal sottotitolo Franco Albini Costruire le modernità – ripercorre il lavoro del grande architetto in occasione del centenario dalla nascita. Il titolo della mostra Zero Gravità allude in modo chiaro alla dote più evidente di Albini: la leggerezza. Esemplificazione e icona di questa particolarità del lavoro di Albini la libreria VELIERO che in mostra viene esposta sia in un prototipo realizzato da Cassina sia nell’originale ospitato nella casa milanese di Albini che ritroviamo grazie a grandi foto in rigoroso bianco e nero d’epoca. La leggerezza, cifra di lettura della mostra,  si riflette anche nell’allestimento della stessa, curato da Renzo Piano – il più celebre tra gli allievi di Albini: tutto il materiale esposto, foto, disegni e plastici viene sospeso a mezz’aria in un fitto intreccio di sottili cavi d’acciaio che pendono dal soffitto. Il lavoro di Albini – allievo del grandissimo Giò Ponti – può essere descritto come una lotta continua tra la matrice artigianale degli oggetti prodotti e la serializzazione industriale, tra la semplificazione e la complessità, tra la unicità e la ripetibilità.


STANZE TEMATICHE – La mostra ripercorre, tramite stanze tematiche, l’intera vita professionale di Albini. Ci sono i progetti di tipologie abitative con progetti di case popolari del quartiere Fabio Filzi, come progetti di ville di lusso come la villa Olivetti di Ivrea; è presente la sezione design che presenta oltre la già citata libreria Veliero, la ben nota sedia Luisa, ma anche oggetti di uso quotidiano come la radio Securit scatola di vetro modernissima nel lasciare la meccanica a vista. Sono anche documentati i lavori di Albini di museologia – Palazzo Rosso e Palazzo Bianco a Genova – e i progetti firmati da Albini nel dopoguerra tra cui il progetto del palazzo della Rinascente a Roma.


METROPOLITANA MILANESE – Una curiostià: Albini  ha curato in collaborazione con Bob Noorda, l’arredo delle linee uno e due della Metropolitana Milanese. Un patrimonio di arredo urbano da conservare e ricordare quando ogni giorno, scendendo le scale delle varie stazioni ci appoggiamo ai corrimani colorati o cerchiamo il nome della fermata nelle grandi scritte collocate in ciascuna stazione.

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