27th

Ottobre

Consigli di lettura: Delitto a Ramallah

Solo per amore. Un libro accusato d’indecenza in Palestina ha la sua prima traduzione mondiale in italiano. Il romanzo ripercorre le vite di tre ragazzi, di cui uno è omosessuale, che vivono a Ramallah. L’omicidio inspiegabile di una giovane donna cambierà le loro vite per sempre

Abbad Yahya è uno degli autori palestinesi più rinomati della sua generazione con all’attivo la pubblicazione di quattro romanzi. L’ultimo in ordine di tempo è Delitto a Ramallah (ed. MReditori – collana Riyah). Opera al cui interno è presente anche un’intensa sottotrama con un protagonista gay.

Il titolo è fuorviante perché il libro non è un giallo, pur se una donna è uccisa all’uscita di un ristorante per motivi che resteranno sconosciuti. Attraverso una trama circolare, però, racconta le vite di Ra’uf, Nur e Wisam. E  di come i loro destini s’incrocino a causa di questo omicidio.

La storia di Delitto a Ramallah è divisa in tre parti. Ognuna esposta a turno in prima persona da uno di loro ma non è facile riassumere cosa succede a causa dei numerosi filoni narrativi che s’intersecano in continuazione. Le parti più interessanti però non sono i fatti ma i pensieri dei tre protagonisti sulle proprie vite e sulle scelte che compiono rispetto a ciò che ci si aspetta da loro mentre cercano uno scopo alternativo all’esistenza.

L’influenza che la tradizione, la famiglia, la cultura e la storia della Palestina hanno sulla quotidianità delle loro vite, infatti, è forte e il libro è una metafora di una crisi profonda e una denuncia, non troppo velata, del fallimento politico e sociale della causa palestinese

È per questo, in realtà, che il procuratore generale dell’Autorità palestinese lo ha messo all’indice. Contestando come scusa che “conteneva testi e termini indecenti che mettevano in pericolo la moralità e la decenza pubblica”. Come conseguenza alcune persone minacciarono di bruciare le librerie che vendevano Delitto a Ramallah mentre altri volevano linciare lo scrittore che è dovuto scappare a vivere in Germania.

Se è vero che i riferimenti sessuali sono abbastanza espliciti non sono tuttavia così impressionanti per un lettore occidentale. Solo che nella cultura araba non c’è spazio ufficiale per parlare di sesso fuori del matrimonio o per parlare di sesso gay.

Malgrado questo testo sia pieno di riferimenti distanti dalla nostra vita “europea”, una scrittura molto raffinata rende la lettura davvero coinvolgente. La vera sorpresa per me è stata la capacità di Abbad Yahya di raccontare l’amore e le sue sfumature ma soprattutto il dolore insopportabile che si prova quando la vita lo porta via.

Se Wisam è in coppia con la ragazza assassinata e Ra’uf è alla ricerca della irreperibile Dunia, Nur è follemente innamorato di Ra’uf. Quando questi sparirà senza dare spiegazioni né lasciare tracce, Nur farà di tutto per arrivare a dimenticarlo in modo da smettere di soffrire. Le pagine in cui Nur ricorda la vita trascorsa con Ra’uf sono meravigliose e struggenti, una vera educazione sentimentale portata avanti senza punti di riferimento.

Sono convinto che Abbad Yahya non voleva scrivere un romanzo gay. Però noi esistiamo più o meno alla luce del sole ovunque e ben vengano alleati eterosessuali in grado di parlare di noi quando noi non siamo autorizzati a farlo.

Comments are closed.