22nd

Maggio

I cani si innamorano, lo dice la scienza

Certo, i cani si innamorano, proprio come noi. Lo dicono gli scienziati

“Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l’altro”. Mutuando questa celebre frase tratta dall’opera “Frammenti di un discorso amoroso” (1977) del filosofo francese Roland Barthes, oggi possiamo affermare senza ombra di dubbio che anche gli animali si innamorano. E in particolare i cani, creature capaci di innamorarsi e di amare incondizionatamente sia l’uomo con il quale vive sia i propri simili. No, non si tratta di un tentativo di nobilitare il rapporto, esclusivo e speciale, tra noi e i nostri amici a quattro zampe, né di elevare al rango di amore romantico l’attrazione, o persino la fedeltà, che un cane può provare nei confronti di un altro cane. 

Come riconoscere i segnali dell’innamoramento canino?

Chiunque conosca i cani, lo sa: il loro comportamento si esprime attraverso una serie di segnali che essi inviano all’esterno indirizzandoli ora all’uomo ora ai loro simili, un vero e proprio linguaggio complesso codificato dalla scienza e che, a seconda della circostanza, ne rivela stato d’animo, intenzioni ed emozioni. La paura, la rabbia, la noia, lo stato di stress, un malessere, la felicità, la gelosia, i ben noti “segnali calmanti” e così via non sono più un segreto per l’uomo, il quale può, anzi deve, imparare a leggerli al fine di comprendere ciò che l’animale prova, assecondandone le istanze e rafforzando così il proprio rapporto con esso. Allo stesso modo, grazie a dei recenti studi scientifici, oggi sappiamo che anche l’innamoramento, nei confronti dell’uomo o di un altro cane, sono esplicitati dal nostro amico peloso con alcuni segnali inequivocabili. Va detto, però, che la sensibilità e la “capacità amorosa” di ciascun esemplare dipende molto dal contesto in cui cresce e vive. Il primato della sensibilità appartiene al cane domestico, più avvezzo alle coccole e dunque incline alla dipendenza affettiva. E’ fondamentale, a tal proposito, osservare con attenzione il comportamento dei nostri cani sia con gli umani che con il loro simile favorito poiché saranno alcuni specifici segnali a raccontarci l’innamoramento.

Baciare gli occhi, le orecchie o il muso di un altro cane, muovere vorticosamente la coda come un’elica, spingere le orecchie all’indietro, o cercare continuamente il contatto fisico con l’amato, per fare alcuni esempi, sono azioni spontanee che ci dicono che l’animale potrebbe essere innamorato. E’ un sentimento profondo che nei cuccioli si paleserà anche nella felicità dimostrata durante i momenti di gioco. Attenzione però, perché esattamente come accade all’uomo, l’amore può rendere l’animale gioioso, ma anche farlo soffrire, o, nel caso di un cane anziano che ha smesso da tempo di giocare, trasformarsi in amara nostalgia dei bei tempi andati.

Cosa insegna la scienza. Il primo studio in materia di innamoramento canino è dell’Istituto Max Planck di Monaco di Baviera

Muovendo dai risultati degli esperimenti condotti negli anni Cinquanta dallo psicologo John Bowlby sul legame indissolubile – definito “connessione psicologica duratura” – tra la mamma e il suo bambino, ha potuto verificare l’esistenza di una connessione analoga a quella materna tra cane e uomo. Non stupisce, dunque, che la millenaria convivenza tra le due specie ne abbia, per così dire, assimilato le rispettive sensibilità emotive. La svolta, tuttavia, è arrivata di recente dall’Università di Azabu, in Giappone, grazie al team guidato dalla professoressa Miho Nagasawa, la stessa che ha postulato che il rapporto uomo-cane troverebbe fondamento in due mutazioni del gene del recettore (Melanocortina 2, detto MC2R) responsabile della produzione dell’ormone dello stress, il cortisolo. Analogamente, Nagasawa, ha analizzato la reazione chimica di un campione di cani e dei loro proprietari umani mentre si guardavano negli occhi. Ebbene, in entrambi si è registrato un sensibile innalzamento dei livelli di ossitocina, l’ormone (detto dell’amore) rilasciato da due umani innamorati che si guardano e che viene comunemente associato a sensazioni di fiducia, di serenità e di appartenenza, stimolando altresì il sentimento materno. Insomma, proprio come noi, i nostri cani si innamorano degli uomini e dei loro simili, una scoperta, questa, che ci obbliga a compiere un balzo in avanti verso il riconoscimento della loro natura di esseri senzienti.  

(Alessandro Caporiccio)

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Dopo gli studi universitari in Giurisprudenza, Alessandro Caporiccio decide di andare a vivere per conto proprio e per mantenersi affianca agli impegni come musicista il lavoro di buyer presso una grande catena di distribuzione discografica. Prima di lasciare la casa di famiglia, però, adotta un gattino tutto nero dal destino assai incerto e lo chiama Holden, come il protagonista del celebre romanzo di JD Salinger, il suo autore preferito. Scatenato, ma dolcissimo, Holden si rivela il coinquilino perfetto, ma anche un felino piuttosto originale. Le sue attività preferite sono parare la pallina come un portiere provetto, rubare gli accendini agli ospiti per poi lasciarli cadere dal balcone dell’appartamento (al sesto piano) osservandone la traiettoria nonché, in assenza del “papà”, modellare con i denti lo scatolone di cartone opportunamente posizionato nel suo angolo preferito della casa realizzando delle finestrelle dalla simmetria perfetta su tutti i lati.

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