2nd

Luglio

Zoostation: music in progress

Un palco a fianco della stazione Greco-Pirelli. Il quartiere Bicocca è moderno. L’aria, calda, che si respira ricorda quella di Berlino. Zoostation, persino il nome della manifestazione, lascia la mente a vagheggiare verso la città mitteleuropea. La strana fauna di anziani, studenti e pendolari si ferma incuriosita. Ascolta e approva oppoure fugge verso un treno in partenza.

Al primo appuntamento, il 28 giugno, sul palco ci sono i Waiting for Memories in versione acustica: sound british accattivante e con un buon grado di orecchiabilità. Sono solo le 19.30, il sole illumina ancora l’asfalto milanese, tocca a Samuel Katarro. Il viso giovanissimo nasconde una voce capace di stordire. Il vecchio e polveroso blues del Delta è lo scheletro delle sue canzoni. La chitarra acustica disegna la melodia contrappuntata dalla telecaster o dal violino. La batteria dà corpo all’esecuzione e impreziosisce con scampanellii o maracas.

Il secondo giorno tocca a F Punto, un’esibizione essenziale con clatinetto e chitarra. I testi raccontano storie lontane nel tempo ma sempre attuali. Il concerto prosegue con Giuliano Dottori e le sue canzoni “per cuori infranti”. Un rock sfumato, con momenti decisi, tanto che la sua lingua naturale potrebbe essere l’inglese.

Terzo appuntamento con Jennifer Gentle in trio acustico, eccezionalmente alle percussioni c’è Luca Ferrari (batterista dei Verdena e amico di Marco Fasolo, leader dei JG). La performance della band trasporta negli anni ’60, atmosfera beatlesiana con punte psichedeliche, suggerite dall’organo hammond e dal falsetto spudorato, e spesso urlato, di Fasolo.

Il quarto giorno si inizia con Alessandro Grazian,   e The Niro Summertime (cover di Janis Joplin)

Il pubblico muta con lo scorrere del tempo, ascolta con interesse o semplice curiosità. Una manifestazione del genere, ben strutturata e collocata, per la musica “indie” a Milano non si era ancora fatta. L’esperimento sembra riuscito.

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