21st

Luglio

Gli uragani arrivano quando meno te l’aspetti e possono persino cambiare il corso della giornata. Tuttavia, un uragano d’estate è sempre una cosa anomala dalle nostre parti, ma quando arriva si rischia di perdere il controllo della situazione. Non ci riferiamo naturalmente ad una catastrofe atmosferica per nostra fortuna, bensì alla forza dirompente della musica, quella degli U2.

I quattro principi di Dublino con il loro doppio concerto a San Siro hanno fatto tremare tutto: ragione, anima e corpo. E chi non c’era, ahimé, forse si è perso uno degli happening musicali più belli degli ultimi dieci anni. Larry Mullen, Dave Evans alias “The Edge”, Adam Clayton e il carismatico Bono Vox sono sempre in forma e non hanno niente a che vedere con le band degli anni ottanta, già dimenticate, già consumate. Il Vertigo Tour 2005 è un concerto che ci fa fare una riflessione: gli U2 tracciano ancora il futuro della musica, se in questo futuro serpeggia la costanza e la voglia di dare alla canzone un impegno sociale.

150 minuti di una grande performance che i 70.000 spettatori di San Siro non dimenticheranno per il resto dei loro giorni. Il presente di Vertigo e delle tracks dell’ultimo album fanno da guida a 25 anni di grande storia musicale. Elevation e A Beautiful Day vengono fuori come i lapilli di una lava incandescente mentre I Still Haven’t Found What I’m Looking For si pone come la bandiera di una generazione che nasconde dentro di sé insicurezze e paure. La scenografia crea dei vortici luminari davvero originali ed imprevedibili mentre la storia ci riporta a quella domenica tragica e sanguinosa per l’Irlanda che non può dimenticare (Sunday bloody Sunday), all’elegia dei diritti dell’uomo (Where the streets have no name), alla speranza dell’amore (One e Pride), al romanticismo di un amore che resiste e non vuole scomparire (With or without You).

Ma il vero gioiello della serata è l’intimissima Miss Sarajevo, composizione che Bono aveva scritto per un vecchio Pavarotti & Friends. Così gli ideali buttano via dalla finestra l’utopia e aleggiano in un concerto in bilico tra allucinazione, sogno e realtà per chi vuole ancora crederci. Intanto, fuori lo stadio chi è venuto a vendere i biglietti per fare affari d’oro è rimasto deluso. I bagarini sono stati messi in ginocchio dalla decisione dell’organizzazione di mettere in vendita negli ultimi cinque giorni altri biglietti.

Io, giornalista di  Milanodabere, non accreditato come la maggior parte dei giornalisti delle altre testate, sono riuscito ad acquistare un biglietto d’ingresso per 15 euro. Questa è stata una bella scommessa per chi come il sottoscritto crede che dinanzi alla purezza della cultura non si dovrebbe mai speculare.

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